Versione stampabile della discussione
Clicca qui per visualizzare questa discussione nel suo formato originale
Arlequins Forum > I Know What I Like > Pink Floyd ( o Roger Waters ? ) : The final cut


Inviato da: vale il Domenica, 24-Nov-2019, 09:08
Una premessa : sappiamo tutti che i Pink...ah no.. i Floyd....e i King Crimson ( magari ci piazzeremo un disco " figlio di un Dio minore...)non sono prog....sono "altro"...e soprattutto sono " oltre" una classificazione di "genere".....Per comodita' (mia...e di altri) li considerero' tali da aprire un oggetto di discussione su The final cut.

"The final cut" ecco....un disco dei P.F. o il primo disco solista di Waters ?

E'un po' di tempo che non lo ascolto...ci aggiorniamo...
Magari qualcuno lo ha fatto di recente o lo fara'a breve e vuole dire due parole o piu'...

Inviato da: FabioProg il Domenica, 24-Nov-2019, 12:53
Do io il LA........ che sia un disco di Waters, ci tolgono il dubbio direttamente i protagonisti.......sul retro della copertina è chiaramente scritto....THE FINAL CUT a requiem for the post war dream by Roger Waters , performed by Pink Floyd (che erano rimasti solo tre, vista la "cacciata" di Wright)

Inviato da: vale il Domenica, 24-Nov-2019, 13:10
...pero' finisce nella discografia dei P.F. e non nel Waters solista :-)
Cmq ho capito il concetto....e del disco che mi dici ?

Inviato da: FabioProg il Domenica, 24-Nov-2019, 13:26
Premetto che è un disco che conosco molto bene, e non è molto che l’ho ascoltato per l’ennesima volta. Correva l’anno 1983, anno della mia maturità. Ricordo che l’insegnante di lettere era solita darci come compito il commentare un articolo di giornale.
Voi direte, che c’entra ?. Ecco, appunto, scelsi l’articolo che “la Stampa” dedicava al neonato disco dei Pink Floyd.
L’articolo era di forte critica, ma il mio tema, era stato una difesa a spada tratta dei PF, ponendo un forte accento sul fatto che fosse il primo disco olofonico.
Non ci pensavo più da decenni alla olofonia ( il brevetto è in mano ad un ex bassista dei Nomadi) , mi aveva sempre intrippato , adesso scopro che sono soltanto quattro i dischi olofonici, il primo The Final Cut , il primo album da solista di Roger Water (The Pros and Cons of Hitch Hiking ), una band sperimentale dal nome Psychic TV, e l’ultimo fu nientepopodimeno che Gianni TOGNI (!!!). Rob de Matt, dai Pink Floyd a Gianni Togni !!
Quindi, mi raccomando per chi non lo avesse mai fatto, The Final Cut è da ascoltare rigorosamente con le cuffie per apprezzare gli effetti olofonici.
Torniamo alla parte musicale. Per me è un album bellissimo, non inferiore ai precedenti, con assoli di Gilmour degni di “Comfortably Numb”e con Waters in versione pacifista incazzato che ci regala un brano più bello dell’altro.
Lo so, l’album è controverso. Per qualcuno è il peggiore dei PF, per qualcuno quasi il migliore.
Per me, merita un 9,50


Inviato da: bungle77 il Domenica, 24-Nov-2019, 14:33
E' ovviamente Roger Waters al culimine delle sue paranoie, ma è un disco intenso, scarno negli arrangiamenti, difficile anche catalogarlo come progressive rock. Roger si mette a nudo e almeno a me emoziona. Canzoni come The Final Cut, The Gunners Dream, The Fletcher Memorial sono tra le più belle che abbia mai scritto.
Unica canzone non all'altezza è Not Now John
Voto 9+

Inviato da: VeteraEtNova il Domenica, 24-Nov-2019, 14:39
7

Inviato da: vale il Domenica, 24-Nov-2019, 17:54
The final cut

Ho "amato" i P.F. sin dall'uscita di The wall e fino al AMLOR Tour in Italia...luglio 87 o 88 non ricordo...Il giorno dopo (PROPRIO il giorno dopo...) il concerto di Torino ascoltai una musicassetta di mio fratello che avevamo in casa dal '73 e mi allontanai sempre di piu' dai dischi del gruppo.Oggi dell'intera discografia riesco ad ascoltare con piacere non piu' di 5 o 6 brani....Ovviamente quando usci The final cut lo apprezzai subito ma meno dei "classici" degli anni precedenti....e, saltuariamente , ma l' ho sempre riascoltato...In questi giorni, riprendendo ad ascoltarlo per il "post" proposto su Arlequins mi ha suscitato sentimenti contrastanti : da una parte" il piacere" di sonorita' a cui non sono piu' avvezzo, di una voce che non sentivo da tempo, di una chitarra che non ascoltavo da molto, di un " dramma" musicale ancora profondo e attuale; dall' altra la " noia" di sonorita' che non mi piacciono piu', di una voce che non apprezzo piu', di una chitarra che non sopporto piu"....E' stata una " sofferenza" che, paradossalmente, desideravo...The final cut e' un bell' album (7,5 almeno), meglio di The wall ( ascoltato troppo ? Forse...sta di fatto che non lo sopporto piu'...).,..meglio di altri album dei P.F. ultra osannati ( giustamente...credo)...e che faticherei ancora di piu' ascoltare....Sono cambiato io...e se " torno" sui Floyd e' solo per nostalgia...l' amore non c'e' piu'.....Se devo "prendere" un brano prendo The Fletcher Memorial home..... La peggiore ? Non saprei...stanno bene assieme tutte...

Inviato da: Michele il Domenica, 24-Nov-2019, 22:22
A suo tempo non mi era piaciuto per niente, pareva che non andasse da nessuna parte, se non nella necessità di declamazione del reale titolare. Ci ero comunque affezionato perché me lo registrò su cassetta la ragazza con cui stavo all'epoca...

Non l'ho mai più riascoltato per diverso tempo. Risentendolo, va un po' meglio rispetto al passato, soprattutto con "The Gunner's Dream" e "Paranoid Eyers". Sinceramente, questi grandi assoli tipo "Comfortably Numb" proprio non li sento. Ci sono qua e là accenni, che possiedono l'intensità di Gilmour - tipo "Your Possible Past", ma sono per l'appunto brevi e sporadiche iniziative (peraltro stabilite presumibilmente da Waters).

6,5

Inviato da: jdessi il Lunedì, 25-Nov-2019, 10:51
Parto da lontano:
Devo confessare che rimasi parecchio deluso da The Wall: quel cambio di sonorità, ritmi che strizzavano l'occhio alla disco, completa assenza di atmosfere psichedeliche. Insomma, non mi era piaciuto affatto.
Soltanto col tempo, addentrandomi nella trama, sono arrivato a considerarlo il miglior concept mai scritto.
Il successivo The Final Cut, non mi ha sconvolto. Anzi, trovo che sia la giusta continuazione di the Wall. Una sorta di The Wall II.
The Final Cut è il primo album di Roger Waters? No! Il primo di Roger Waters è The Wall.
Forse TFC è un Waters più intimo e meditativo, forse in The Wall l'apporto degli altri Pink Floyd è più incisivo, ma sono entrambi album del bassista...
E per apprezzare TFC, al pari di The Wall, occorre appassionarsi al messaggio, alla storia che questi due concept, uno più musicale e l'altro maggiormente da songwriter, vogliono comunicarci.
A me TFC non dispiace: è senz'altro peggio degli album precedenti, ma anche meglio di quelli successivi in cui Waters lascia il volante a Gilmour.
L'ho detto altre volte: forse i Pink Floyd hanno cessato di esistere con The Wall: album in cui il meraviglioso equilibrio tra i componenti della band viene spezzato a favore del bassista.
Purtroppo l'equlilbrio, quella magica alchimia non verrà più raggiunta: vuoi perché Waters abbandonerà la band, vuoi perché Gilmour diventerà il despota successore e proporrà la propria musica fatta di ossessione per i suoni tecnologicamente curati, che apriranno una nuova era per i PF, ma renderanno le loro sonorità ormai obsolete (accidenti, ma c'era proprio bisogno di mettere tutto quel chorus!).
Voglio far presente che Gilmour è senza dubbio uno dei miei chitarristi preferiti e senz'altro anche una delle mie maggiori influenze: ho amato il suo primo album solista (che rimane ancora godibile), ma gli album da Momentary Lapse of Reason in poi... beh lasciamo perdere e torniamo a TFC.
Concludo dicendo che L'album è da 6-
I brani che gli fanno raggiungere la sufficienza sono: The Post War Dream - When the tigers broke free - The Gunner's Dream - The Fletcher Memorial Home - Not now John

Inviato da: Vienna il Lunedì, 25-Nov-2019, 12:30
PINK FLOYD - The Final Cut
Mammia che fatica arrivare alla fine...
Per me che sono cresciuto con un fan in famiglia, mio fratello più grande, l'ascolto dei grandi classici come Meddle, Atom e The Dark furono una bellissima esperienza fino alla scoperta dei Genesis, naturalmente ;-)
I PF li seguii fino a The Wall, che non mi convinse completamente, mentre TFC mi deluse e, ora con questo riascolto, a buon ragione. Questo album si può senza dubbi considerare il primo lavoro solista di Waters, sia per la tematica
che per la presenza da ospiti di Gilmour e Mason. Inutile analizzare i brani singolarmente anche perché si assomigliano tutti dando al lavoro una piattezza per me sasperante.
L'unico brano che si eleva un po' dagli altri è "Your Possible Past" guarda caso anche l'unico dove Gilmour si fa sentire con un assolo gradevole. Da quando ci industriamo ad riascoltare i lavori (cosidetti) minori di bands storiche questo album è sicuramente quello dove ho più sofferto per arrivare alla fine.
Forse sarà un mio limite...boh. 5.

Inviato da: Ayrton 2112 il Lunedì, 25-Nov-2019, 16:16
PINK FLOYD - THE FINAL CUT

I detrattori direbbero: visto che Waters non ci aveva fatto pesare a sufficienza la morte di suo padre, ecco un intero album dedicato alla sua memoria e al solito tema della guerra ingiusta e assurda. Personalmente considero "The Wall" uno dei dischi della mia vita, il mio album preferito dei Floyd e il miglior concept album di tutti i tempi: questo "The Final Cut" ne è diretto successore ed erede, in termini di direzione artistica (saldamente in mano a Waters) sia in termini di atmosfere. Ci sono però molte differenze in negativo. In primis, l'assenza di Richard Wright toglie all'album una delle menti compositive più brillanti, e i due sostituti Andy Bown e Michael Kamen, messi insieme non riescono a colmare il vuoto: tastiere e pianoforte sono relegati ad accompagnamento della voce, senza gli spunti e gli arrangiamenti che hanno fatto la fortuna degli album precedenti. Anche Gilmour sembra svogliato, e pur ritagliandosi singoli momenti di gloria (come in The Fletcher Memorial Home"), fa fondamentalmente da contorno a Waters.
Ironicamente il brano a mio parere più riuscito, When The Tigers Broke Free, non è presente nella versione originale. Ci sono singoli brani notevoli ed emozionanti, come la citata Fletcher Memorial Home, The Post-War Dream e Gunner's Dream (impreziosita da un pregevole assolo di sax), all'interno però di una struttura canonica e fissa, più vicina a un album cantautorale che rock, e che alla lunga mi lascia un senso di monotonia. Proprio per questo un brano come Not Now John, con il suo ritmo deciso, la chitarra in primo piano e la voce rabbiosa di Waters, spicca in positivo, perchè sa rompere questa monotonia.
Credo che l'importanza di quest'album sia maggiore per il Waters essere umano che per il Waters artista: prendendo in prestito un concetto di Jacques Lacan, potremmo definirlo il suo "sinthomo": una creazione soggettiva che fa da supplenza, da sostituto, a qualcosa che non è riuscito a iscriversi nella vita simbolica del soggetto, e che gli permette di "tenersi insieme", di andare avanti; nel caso di Roger, l'assenza di una figura paterna nella sua vita, a causa della guerra. Faticando a metabolizzare, a elaborare questa perdita nella vita quotidiana, l'ha tradotta nella musica.
Queste considerazioni esulano e trascendono il giudizio musicale sull'album, che ha i suoi bei momenti, ma nel complesso mi sembra ben lontano dai vertici che i Pink Floyd hanno saputo toccare in passato, e toccheranno in parte anche in seguito, stavolta con Gilmour al volante.
Voto: 7

Inviato da: bungle77 il Lunedì, 25-Nov-2019, 17:05
QUOTE (Ayrton 2112 @ Lunedì, 25-Nov-2019, 16:16)
ma nel complesso mi sembra ben lontano dai vertici che i Pink Floyd hanno saputo toccare in passato, e toccheranno in parte anche in seguito, stavolta con Gilmour al volante.

dai su con Gilmour al volante hanno toccato il fondo...

Inviato da: vale il Lunedì, 25-Nov-2019, 17:16
QUOTE (bungle77 @ Lunedì, 25-Nov-2019, 17:05)
QUOTE (Ayrton 2112 @ Lunedì, 25-Nov-2019, 16:16)
ma nel complesso mi sembra ben lontano dai vertici che i Pink Floyd hanno saputo toccare in passato, e toccheranno in parte anche in seguito, stavolta con Gilmour al volante.

dai su con Gilmour al volante hanno toccato il fondo...

The division bell non mi dispiace...con tutte le considerazioni fatte sui P.F. nel mio post su The final cut..
Lapse of reason...brrrrr....

Inviato da: bungle77 il Lunedì, 25-Nov-2019, 17:30
QUOTE (vale @ Lunedì, 25-Nov-2019, 17:16)
QUOTE (bungle77 @ Lunedì, 25-Nov-2019, 17:05)
QUOTE (Ayrton 2112 @ Lunedì, 25-Nov-2019, 16:16)
ma nel complesso mi sembra ben lontano dai vertici che i Pink Floyd hanno saputo toccare in passato, e toccheranno in parte anche in seguito, stavolta con Gilmour al volante.

dai su con Gilmour al volante hanno toccato il fondo...

The division bell non mi dispiace...con tutte le considerazioni fatte sui P.F. nel mio post su The final cut..
Lapse of reason...brrrrr....

anche a me TDB non dispiace, ma non è paragonabile ai pink floyd dei bei tempi

Inviato da: Ayrton 2112 il Lunedì, 25-Nov-2019, 20:28
QUOTE (bungle77 @ Lunedì, 25-Nov-2019, 17:05)
QUOTE (Ayrton 2112 @ Lunedì, 25-Nov-2019, 16:16)
ma nel complesso mi sembra ben lontano dai vertici che i Pink Floyd hanno saputo toccare in passato, e toccheranno in parte anche in seguito, stavolta con Gilmour al volante.

dai su con Gilmour al volante hanno toccato il fondo...

Dissento nella maniera più assoluta, AMLOR e - soprattutto - The Division Bell sono due signori album ahsi.gif

Inviato da: Kid Cox il Lunedì, 25-Nov-2019, 22:11
Io non scarto nulla della discografia Pink Floyd...

Inviato da: Vienna il Lunedì, 25-Nov-2019, 23:09
QUOTE
Io non scarto nulla della discografia Pink Floyd.

La questione è se Final Cut rientra nella discografia dei Pink Floyd o di Waters... arl-boh.gif

Inviato da: Kid Cox il Sabato, 30-Nov-2019, 23:56
PINK FLOYD – The Final Cut (1983)

Premessa: questo è il primo LP che io abbia mai acquistato!!!
Ovviamente fu il primo di una lunga serie (poi ricordo arrivò Scacchi e Tarocchi di De Gregori), ma a questo sono rimasto particolarmente legato.
All'epoca ovviamente (14 anni) mi affascinò molto il “turbamento” che pervade tutto l'album; confesso che non mi fu facile assorbirlo ma quelle esplosioni improvvise mi facevano capire che stavo ascoltando qualcosa di “diverso”.
Ancora oggi ciò che mi affascina di questo lavoro è l'aria struggente, oserei dire “l'urlo strozzato” che Roger Waters esprime qui dentro.
Spesso le note che fuoriescono da “The Final Cut” puzzano di polvere post bellica e distruzione: abbiamo moltissimi brani che sono “passeggiate tra le rovine”; ho l'impressione di essere un reporter a Baghdad…
Ogni tanto si respira e la chitarra acustica lascia bagliori di luce (“The Hero's Return”) ma subito il piano di “The Gunners Dream” ci riporta a guardare gli spigoli delle case con il timore che spunti un cecchino (mentre lo splendido sax di Raphael Ravenscroft ne alimenta l'angoscia).
Il nostro cammino prosegue tra i racconti di Waters come quasi fosse un superstite (“Paranoid Eyes”) ma la bomba esplode (come molti impianti Hi-Fi all'epoca) su “Get Your Filthy Hands Off My Desert” (ricordo i pianti di mia zia all'epoca, la quale temeva che mio cugino finisse in Libia essendo militare di leva). Siamo già sul Lato B, finalmente Gilmour si ritaglia un bel solo su “The Fletcher Memorial Home” ben supportato da Nick Mason, mentre Waters continua i suoi racconti struggenti. “Southampton Dock” con la lieve acoustic guiitar è un momento di riposo tra le seconde linee; viene da pensare “una sigaretta, un sorso di alchool e si riparte... Arriva allora “The Final Cut” un brano che ha molto dei Pink Floyd che saranno (forse è per questo che Waters urla? Chissà…); ci sento molto delle atmosfere che vivremo in “A Momentary Lapse Of Reason” soprattutto nelle armonie.
“Not Now John” è il brano più “rock” e più legato al precedente “The Wall”, sia come ritmi che per gli incisi corali ed anche per quel “stop and go” che caratterizza proprio il pluridecorato doppio album.
E' “Two Suns In The Sunset”, forse il brano più leggero, a chiudere questo lavoro; un lavoro struggente che si riallaccia tematicamente a “The Wall”, dà sfogo alla rabbbia di Waters per aver perduto suo padre in guerra quando lui era ancora poco più di un bebè e questo avviene mentre la Gran Bretagna minaccia la guerra all'Argentina per le isole Falkland e mentre USA ed URSS si mostrano i muscoli come dei combattenti di Wresting prima dell'incontro. Alla partita non prese parte Richard Wright licenziato l'anno precedente proprio da Waters, mentre Gilmour e Mason non presero parte alla composizione.
A “The Final Cut” non venne legata alcuna tournéè pare per il volere dello stesso Waters che avrebbe voluto anche che il nome della band non avesse seguito.
Gli avvocati permetteranno a Gilmour e Mason (di nuovo con Wright) di rimanere in possesso del fortunato moniker ed avremo ancora due successi mondiali (quattro se consideriamo anche i live “Delicate Sound of Thunder” e “Pulse”), ma questo resterà un lavoro di rottura per i fan: il 1° solo di Waters per alcuni, l'inizio della fine per altri e quasi uno scherzo della natura da disconoscere per altri ancora.
Io ritengo “The Final Cut” un signor album che rispetta i sentimenti di chi lo ha concepito: ho l'impressione di leggere nelle ferite dell'uomo nudo tornato dal fronte il dramma struggente della guerra! Credo che questo sia stato il messaggio di Waters che ha avuto il rispetto e l'accondiscendenza della band; un Waters che si è esposto al punto di aver buttato qui dentro fino all'ultimo grammo della sua anima e per questo probabilmente avrebbe voluto chiudere a chiave la Storia dei Floyd.
Ancora oggi lo trovo un lavoro triste, angosciante ma godibile.
Se devo darle un voto l'8 pieno da me lo prende; mentre i brani che esalto sono “The Gunners Dream”, “The Fletcher Memorial Home” e “The Final Cut”. Non ho brani da “bocciare”.

Inviato da: Michele il Domenica, 01-Dic-2019, 20:03
Pur non ritenendolo assolutamente da 8, concordo nella sensazione di camminare tra le rovine di un disastro bellico, magari in parte ancora fumanti...

Inviato da: Vienna il Martedì, 10-Dic-2019, 14:12
La media su 9 Arlecchini é di: 7,2

Inviato da: bungle77 il Martedì, 10-Dic-2019, 17:04
sarebbe pure da calcolare la varianza per capire su quali album siamo più in disaccordo :)

Inviato da: Armo il Domenica, 15-Dic-2019, 11:06
Per me è un ottimo disco, e non riesco a vederlo come un lavoro del singolo Waters, per il semplice fatto che il suo primo vero album solista, Pros And Cons, suona piuttosto diverso, e è anche molto meno piacevole, nel complesso.
The Final Cut invece lo ho adorato la prima volta, e oggi che prediligo ulteriormente le atmosfere "scarne", lo amo ancora di più.

Inviato da: blacklodge il Giovedì, 16-Gen-2020, 17:15
Album spettacolare. IO lo vedo più come l'ultimo dei Pink Floyd con Waters, piuttosto che come il primo di Waters.
Il nome Pink Floyd gli impedisce di esagerare e urlare sguaiatamente come poi avverrà su Pros and cons.
Il delirio arriva da lì in avanti, non con Final cut. Final cut si regge su un delicato equilibrio poetico difficilmente ripetibile.
La voce migliore di Waters mai registrata. Gilmour tira fuori 4 soli uno più bello dell'altro, Mason esegue.
MA quel marchio lì "Pink Floyd" è fondamentale per la riuscita del lavoro.

Inviato da: Kid Cox il Lunedì, 13-Apr-2020, 10:51
Che Nick Barrett ci abbia letto????

Beccatevi questa cover fresca fresca!!!

https://www.loudersound.com/news/listen-to-pendragons-nick-barrett-cover-pink-floyds-the-final-cut

N.B.: ho preferito inserire anche l'articolo di Prog correlato.
Buon ascolto

Inviato da: Kid Cox il Giovedì, 21-Gen-2021, 19:44
Novità su The Final Cut!!!!
E che novità!


https://www.loudersound.com/news/watch-roger-waters-new-version-of-pink-floyds-the-gunners-dream

preferisco la versione originale (adoro quando entra la voce registrata. Però... che bel brano!!!

Powered by Invision Power Board (http://www.invisionboard.com)
© Invision Power Services (http://www.invisionpower.com)