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Arlequins Forum > The Chamber of 32 Doors > Ascolto Superficiale


Inviato da: giuse il Martedì, 08-Gen-2019, 18:22
Quando ho iniziato ad ascoltare musica seriamente, occorreva scegliere tra un numero di uscite limitato.
Niente internet, spotify, youtube, bandcamp.
Niente registrazioni casalinghe.
Ricordo come una innovazione esaltante il giorno in cui il mio negozio di fiducia nella città dove vivo aveva installato la possibilità di ascoltare in cuffia gli ellepi prima di acquistarli.
Altrimenti ci si doveva fidare delle recensioni (scarse) e del proprio istinto, visto che anche le radio (anzi LA radio) non trasmetteva certo brani di 20 minuti.
Il risultato è che gli ellepì venivano ascoltati, elaborati, digeriti, capiti ed apprezzati.
Questo fa sì che ancora oggi, dopo quasi 50 anni, ci ricordiamo ancora a memoria nei minimi particolari i nostri dischi preferiti.
Oggi invece che succede?
Leggo su Arlequins forum pareri del tipo “band x, disco y, ricorda un po’ i Genesis, un po’ di Canterbury, non male, dategli un ascolto”.
Per poi il giorno dopo sentire qualcos’altro e dimenticare quanto sentito il giorno prima.
Oppure di altri che hanno 7-8.000 dischi…
Ora se parliamo di collezionismo va bene tutto, anche una stanza piena di cd.
Ma se invece uno compra i cd per ascoltarli e per capirli, anche dando per buona una media di due cd al giorno (che è già tanto, a meno di ascoltarli mentre si fa la doccia) per ascoltare 8.000 cd ci vogliono 11 anni.
Io ne ho un migliaio e mi sembrano già troppi...
A me tutto questo non sta bene.
Se dobbiamo ascoltare il rock progressivo, quello vero, non possiamo farlo mentre lavoriamo, o mentre cuciniamo.
Persino in auto, secondo me, si perde molto, visto il rumore di sottofondo (a meno che non abbiate una Bentley).
Mi pare che anche il nostro amato prog stia diventando come tutto il resto, qualcosa da consumare senza pensarci su.
Peccato.

Inviato da: Mauro il Martedì, 08-Gen-2019, 19:28
user posted image

appl.gif QUOTO OGNI DANNATA TUA PAROLA, GIUSE. appl.gif

* Perchè sto ascoltando sempre meno novità e -zitto zitto- sto riscoprendo i classici?
Perche sono frastornato dalle innumerevoli nuove uscite.
Troppo facile oggidì farsi i dischi in casa, senza il salutare filtro di una casa discografica.
Troppo facile far parlare di sè: ci sono troppi luoghi in Rete in cui riuscirci con poco sforzo... mica come ai tempi in cui per ottenere un trafiletto su Ciao2001 o Muzak o Gong dovevi valere qualcosa.
Oggi ti basta l'onnipresenza in Rete.

* Perchè mi sono rotto i c*glioni di cercare date di concerti live?
Perchè esiste un numero assurdo di band, proprio grazie alle troppe agevolazioni di cui sopra.
Dovessi seguirle tutte, le band, dovrei dimettermi dal lavoro e chiedere a voi e ai lurkers di pagarmi uno stipendio tramite crowdfunding. asd.gif
Tranquilli, non avverrà mai: non intendo rendermi complice di tutto 'sto meccanismo.
E' anche per questo che ho alzato bandiera bianca. gia.gif

Dice: "eh, ma è la democrazia data dalla rete e dalla tecnologia".
Rispondo: "attento, l'eccesso di democrazia crea la tirannide della mediocrità".

E ora, scusatemi, io torno ad ascoltarmi The Cinema Show.

KTFB

Inviato da: Ayrton 2112 il Martedì, 08-Gen-2019, 20:28
Alzo le mani, Giuse: sono vittima anch'io del fenomeno che hai descritto.
Il mio interesse per le nuove uscite, unito alla curiosità di scoprire tutte quelle band di cui qui sul Forum raccontate meraviglie (e che per motivi anagrafici non ho potuto conoscere all'epoca), mi porta a fare esattamente quello che hai detto tu: ascolto un album su internet, mi dico "cavolo, che bello, avevano ragione", lo riascolto un po' di volte nei giorni successivi... e poi via via sempre meno frequente, finchè ci sono dischi che ho amato ai primi ascolti, e sono magari due anni che non rimetto nello stereo. E non perchè abbia cambiato gusti o non mi piacciano più: anzi, sono più che sicuro che se li riascoltassi ritroverei d'un tratto le stesse sensazioni.
Semplicemente, manca il tempo. In un giorno lavorativo, riesco ad ascoltare al massimo un paio di album. "ascoltare" nel modo serio che hai descritto tu: quando vado in giro ascolto la musica sul cellulare, ma è più un sottofondo di svago basato su brani che conosco bene, non concepirei mai il primo ascolto di un album in questo modo, non sarei abbastanza concentrato.

È giusto? È sbagliato? Temo sia un quesito senza soluzione. Personalmente, preferisco fare così e rischiare un ascolto ingordo e poco metabolizzato, piuttosto che rimanere nell'"ignoranza" e sacrificare tutte quelle band e dischi di cui ancora sono all'oscuro.

Inviato da: AntonioC. il Martedì, 08-Gen-2019, 21:13
La tua osservazione è giustissima, ma oggi funziona così mettiamoci l'anima in pace. Oddio, nessuno ci mette la pistola alla testa per ascoltare/comprare millemila dischi, ma 30 anni fa, quando appunto gli ascolti erano centellinati, sognavo un giorno di poterne avere migliaia e nessun ostacolo all'ascolto.
Fortunatamente quei giorni sono arrivati.
Si stava meglio quando si stava peggio? Non lo so, allora ero felice in un modo, oggi lo sono in un altro.
Ma assimiliamo la musica? L'assimilo per quello che mi serve.
Non sono un critico musicale, non devo fare una gara o tenere una lezione di rock progressivo, quindi per il mio piccolo va benissimo così.

Inviato da: Kid Cox il Mercoledì, 09-Gen-2019, 09:01
Mi associo ad ogni parola di AntonioC!
Sono andato in Scozia anche per vedere Fish alle prese con l'ultimo album inciso con i Marillion (CaS). Alle prime note la mia pelle si è accapponata ed è comparsa qualche lacrima... Ma sarà stato almeno un anno che non ascoltavo questo lavoro e la stessa cosa vale per Script o MC... Più lontano, credo, l'ultima volta che ho ascoltato Fugazi...
Oggi il PC per noi "progressivi" è la nostra radio; in molti ascoltano la musica dallo smartphone in viva voce (meglio i vecchi mangiacassette mono)...
Sono i ritmi che sono cambiati anche senza il nostro volere e ci siamo adeguati...
Oggi per me ascoltare un LP in poltrona con un libro è pura utopia. 30 anni fa adoravo ascoltare Mercy Street (Gabriel) a tutto volume al buio con finestre aperte ed il trillo di grilli è cicale...
Ora posso al massimo cantare Hinaus (Traumhaus) o XXV (Pallas) con i finestrini aperti...
C'est la vie, corre e noi la ricorriamo...

Inviato da: giuse il Mercoledì, 09-Gen-2019, 09:49
E' vero che il mondo corre e noi volenti o nolenti dobbiamo adeguarci.
Ma c'è un limite a tutto.
Ho fatto una vita a combattere con chi sosteneva e sostiene che il rock è morto 45 anni fa (per costoro anche Fish è un volgare imitatore), cercando e trovando molte band e artisti che erano degni di essere ascoltati.
Ma adesso è diventato impossibile.
Scegliere tra un ascolto superficiale e la "ignoranza" di nuovi ascolti è come scegliere un male minore, e per una passione non è certo l'ideale.
Per carità i drammi sono altri, ci mancherebbe, però non è qualcosa che mi piace.

Inviato da: Cybergoth il Mercoledì, 09-Gen-2019, 10:06
Quand'ero giovane avevo pochi soldi, per cui compravo pochi dischi, li ascoltavo innumerevoli volte e li imparavo quasi a memoria.
Ora, fortunatamente, ho qualche soldino in più, per cui compro più dischi, ma non riesco ad ascoltarli più di una volta (ci sono gli altri dischi in attesa che aspettano di essere ascoltati). Le nuove uscite le prendo in considerazione solo se sono di artisti che già conosco ed apprezzo oppure se ho l'occasione di vedere una band che non conosco dal vivo.
Comunque io trovo molto bello che ora ci siano molti artisti che riescano a pubblicare un album senza dipendere dalla casa discografica: possono farlo uscire come vogliono loro. Sfortunatamente, essendo troppi i dischi che escono, si finisce per perdere qualche gemma. Ma accadeva anche prima.
Mauro parla di un salutare filtro delle case discografiche. Dipende cosa si intende per salutare. Il più delle volte la casa discografica applicava il solo filtro del "può vendere bene oppure no", comprensibile dal suo punto di vista, ma meno dal punto di vista dell'artista. Di Tony Wilson nell'industria discografica non è che ce ne siano stati molti. Senza il DIY dell'epoca punk, quanti non avrebbero pubblicato nulla? Si trattava sempre di musica mediocre o, addirittura, pessima? Ci sono stati dei capolavori pubblicati così ed artisti entrati nella storia. E ci sono state certe schifezze (ed ancora ci sono) pubblicate da qualche major. Io delle case discografiche non mi sono mai fidato.

Inviato da: Peppe il Mercoledì, 09-Gen-2019, 10:31
E' assolutamente vero che oggi assimiliamo con più difficoltà i troppi dischi che compriamo e ascoltiamo. Ma mi riallaccio al discorso di AntonioC che condivido pienamente. Ricordo quando andavo dal negozio di dischi Demos a Napoli dopo che avevo scoperto che c'era un ampio sottobosco prog negli anni '90. Qualche rarissima volta riuscivo a comprare ben 4 cd tutti insieme, ma pensavo e sognavo che avrei voluto portarmene a casa 10/20/30 e vedevo tanto ben di dio lasciato nel negozio, col timore che avrei avuto anche difficoltà a ritrovarlo (ricordo di aver penato prima di vedere di nuovo disponibile Epilog degli Anglagard, dopo averlo avuto un paio di volte nelle mani). Oggi riesco a comprare quantità molto maggiori di dischi, non li assimilo come facevo con quelli che acquistavo 25-30 anni fa, ma mi rifaccio di nuovo alle parole di Antonio: con un disco nello stereo e nelle mani ero felice allora in un modo ed oggi lo sono in un altro.

Peppe


Inviato da: AntonioC. il Mercoledì, 09-Gen-2019, 11:12
Fermo restando un aspetto, tutt'altro che secondario, cioè che chi compra dischi lo fa anche per il particolare rapporto che lo lega al supporto fisico, rapporto che solo di riflesso ha a che fare con il contenuto, cioè la musica.
Oggi, anche grazie alla musica liquida "non lossless", si potrebbe prescindere dal supporto, ma noi continuiamo a comprare perchè siamo in primis nostalgici, appunto ricordando i tempi quando i soldi scarseggiavano e volevamo saccheggiare i negozi di dischi, ma soprattutto perchè siamo ritualisti convinti e l'ascolto è un vero e proprio rituale, con cuffie o stereo, testi, libretto e il giusto tempo a disposizione.

Inviato da: AntonioC. il Mercoledì, 09-Gen-2019, 11:19
Altra cosa, sul come districarsi tra le innumerevoli uscite.
Oramai faccio fare tutto ad Arlequins asd.gif
Al netto dei nomi noti, la maggior parte degli acquisti di rock progressivo derivano dalle recensioni presenti sul sito o dalle segnalazioni sul forum.
C'è chi svolge il lavoro sporco e io ringrazio asd.gif

Inviato da: PaoloC il Mercoledì, 09-Gen-2019, 12:14
QUOTE (AntonioC. @ Mercoledì, 09-Gen-2019, 10:12)
ma soprattutto perchè siamo ritualisti convinti e l'ascolto è un vero e proprio rituale, con cuffie o stereo, testi, libretto e il giusto tempo a disposizione.

Il riassunto perfetto di cosa significa, anche per me, ascoltare musica. Figlie permettendo whistle.gif

Inviato da: giuse il Mercoledì, 09-Gen-2019, 13:08
Già...e siccome anche io non riesco a sottrarmi al rituale, finisce che i cd ancora da ascoltare sono parecchie decine (li compro quando sono disponibili a prezzi ragionevoli).
E quindi anche io finisco col dare un ascolto superficiale.
Quando va bene, come è successo recentemente con il Perfect Beings e Vier, lo sento tre volte.
Se no una volta e via col prossimo...


Inviato da: Mauro il Mercoledì, 09-Gen-2019, 13:28
Eh, sì… e torniamo allo spunto iniziale: ascoltare subliminalmente il prog è impensabile / per un ascolto attento occorre dedicare del tempo / il tempo è poco.

In questo quadro il doversi misurare con un numero eccessivo di nuove uscite non aiuta. Non solo: per ascoltare nuovi dischi che non sempre meritano, si finisce col lasciare Close to the edge lì per cinque anni a prender polvere. A me è successo, è in quel momento che mi son chiesto se non stessi facendo una gran c*zzata.

Non per questo smetterò di seguire il nuovo, per carità (sapete quanto ci tenga alla sopravvivenza del Beneamato Genere), ma ormai si è consolidata in me la decisione di ridimensionare un po’ lo spazio e l’impegno che gli ho dedicato in questi anni.

Più in generale, credo che al “movimento” un po’ di selezione naturale gioverebbe. Noi proggers non siamo molti: se esistesse solo… toh… il 30% delle band che oggi inflazionano un mercato piccolo come quello prog, la nostra passione confluirebbe solo su di esse. Di riflesso, la loro visibilità aumenterebbe esponenzialmente, attirando magari anche l’interesse di chi ascolta altri generi.

KTFB

Inviato da: Vienna il Mercoledì, 09-Gen-2019, 14:29
Interessantissima e sentita discussione dove ad ogni intervento trovo qualcosa che potrei immediatamente sottoscrivere.
I tempi sono cambiati, come d'altronde noi, e ai quali abbiamo dovuto adattarci.
Anch'io ho la mia bella sfilza di album in attesa di essere ascoltati e che aumenterà, sempre più, perché non volendo arrendermi ad un ascolto superficiale, attendo di avere le condizioni ottimali cry.gif

Il mio filtro iniziale restano le recensioni di Arlequins, qualche punto fermo bisogna averlo, le quali dai tempi dell'era "cartacea" mi hanno indirizzato sugli acquisti.
Ora grazie ad internet arrivano più informazioni (troppe) ma se, dopo un ascolto in streaming, questo si superficiale, non scatta niente in me da farmi prestare più attenzione, allora non perdo altro tempo per approfondire.

Inviato da: Peppe il Giovedì, 10-Gen-2019, 02:31
Aggiungiamoci anche un altro fenomeno: quanti album ufficiali esistevano 25 anni fa dei King Crimson? E dei Marillion? Dei Soft Machine? Di Steve Hackett? E oggi invece? Già da tempo sono usciti live d'epoca, cofanetti, chicche varie che a volte diventano acquisti di cui non si riesce a fare a meno (senza contare ristampe, remix, antologie, ecc.). E sono andati ad arricchire in maniera incredibile discografie che non erano costruite su chissà quanti dischi. Non c'è sovrabbondanza solo di uscite di gruppi nuovi, ma anche di queste cose e diventa ancora più difficile selezionare cosa acquistare e quando. Pensate che fino a quando non uscì il cofanetto "The great deceiver" negli anni '90 esistevano solo due live dei King Crimson. Negli ultimi 5 anni ne sono usciti 6 registrati negli ultimi tour, più 2 EP e i Tour box...

Peppe

Inviato da: Mauro il Giovedì, 10-Gen-2019, 12:56
QUOTE (Peppe)
Aggiungiamoci anche un altro fenomeno: quanti album ufficiali esistevano 25 anni fa dei King Crimson? E dei Marillion? Dei Soft Machine? Di Steve Hackett? E oggi invece? Già da tempo sono usciti live d'epoca, cofanetti, chicche varie che a volte diventano acquisti di cui non si riesce a fare a meno (senza contare ristampe, remix, antologie, ecc.)

Dici bene, Peppe: bisogna tenere conto anche di questo fattore.
Personalmente ho sempre rapidamente dismesso simili trovate con una bonaria risatina, ma mi rendo conto che non per tutti è così.

Viviamo in un’epoca in cui il supporto fisico (quale che sia) alla musica è comunque qualcosa di elitario, fosse pure il semplice CD da 15.-€.
L’unico supporto fisico concepito dal grosso dei fruitori è ormai solo la chiavetta USB zeppa di ore di musica scaricata.

Inutile dunque meravigliarsi del cofanetto “4 CD (con ben 1’ 48” di inedito) + 4 DVD + ricco booklet di 38 pagine + foto autografata”: le band e le case discografiche tentano così di racimolare qualche soldino in più giocando sul feticismo di una certa fascia di persone (segnatamente su quello di noi proggers)..

Fascia di cui faccio parte anch’io, sia chiaro, nell’attimo in cui acquisto anche solo un banale CD (altro non compro).
Certo, il mio feticismo è meno ossessivo/pervasivo di quello dei cofanettari… per non parlare di quello di chi spende centinaia (se non migliaia) di euro per un “vinile originale, prima stampa”.
A quel livello lì non si è (IMHO) neppure più amanti della musica in quanto tale.
A quel livello si è collezionisti-feticisti, non diversi da quelli che vanno in rete a caccia di intimo usato.
Pura parafilia. icon_smile_dead.gif
________________________________________________________________________

Ma non andiamo off-topic: ascrivo senz’altro il genere di prodotti da te indicati fra le varie ragioni che hanno radicalmente cambiato l’approccio all’ascolto del prog.
I tempi cambiano e occorre farsene una ragione.
Parafrasando Vienna, potrei dire “ciascuno trova la sua modalità d’approccio alla nuova situazione, e ciascuna di esse è quella giusta”.

KTFB

Inviato da: Kid Cox il Giovedì, 10-Gen-2019, 17:30
Anche questo "strale" di Mauro lo condivido appieno, anche se (causa forza maggiore) anche gli MP3 entrano nella mia casa oppure auto, anzi (ahimé) talvolta vanno per la maggiore...

Inviato da: Ayrton 2112 il Giovedì, 10-Gen-2019, 20:09
QUOTE (Kid Cox @ Giovedì, 10-Gen-2019, 16:30)
(causa forza maggiore) anche gli MP3 entrano nella mia casa oppure auto, anzi (ahimé) talvolta vanno per la maggiore...

Ulteriore tasto dolente: buona parte della musica che ascolto quotidianamente è in realtà scaricata. Sono perfettamente consapevole delle implicazioni etiche di questo fatto, e faccio da anni del mio meglio per comprare poi originali gli album che scarico o ascolto su Youtube (anche se in molti casi questi soldi non finiscono poi nelle tasche delle band, ma dei privati che rivendono il disco su internet...). Ma non mi faccio molte illusioni: tra la musica che possiedo in formato fisico e quella digitale sul pc rimarrà sempre uno iato incolmabile.

Inviato da: Mauro il Venerdì, 11-Gen-2019, 08:52
QUOTE (Ayrton 2112)
QUOTE (Kid Cox)
(causa forza maggiore) anche gli MP3 entrano nella mia casa oppure auto, anzi (ahimé) talvolta vanno per la maggiore...

...buona parte della musica che ascolto quotidianamente è in realtà scaricata... faccio da anni del mio meglio per comprare poi originali gli album che scarico o ascolto su Youtube... Ma non mi faccio molte illusioni: tra la musica che possiedo in formato fisico e quella digitale sul pc rimarrà sempre uno iato incolmabile.

Embè?

Tranquilli, non siete molto diversi da me.
Okay, io non scarico e di USB non ne riempio: il prog lo ascolto con attenzione, dunque mai in auto.
In compenso mi avvalgo di abbondante streaming domestico.
Poi, proprio come voi, ogni tot mi compro qualche CD.
I tempi da “accumulatore compulsivo” di prog per me sono finiti anni e anni fa.
Ora vivo in un monolocale e ascolto in cuffia dal computer, quindi va bene così.

Resta il fatto che io, voi e i proggers in generale i dischi ancora li compriamo. gia.gif
Chi altri lo fa? I metallari, direi… credo anche gli amanti del “rock classico”.
Parliamo invece della massa: trap, hip-hop italiano e non, pop da talent show e via delirando.
Tutta ‘sta roba è solo liquida e il relativo pubblico lo considera normale e giusto.

Per noi no, non è affatto normale e giusto.
Noi non viviamo di sola musica liquida: anche di quella, okay, ma mai solo di quella.
Noi dopo un concerto vogliamo il trofeo della serata (CD/vinile), magari pure autografato.
Noi, mentre ascoltiamo con attenzione il nostro amato prog, vogliamo leggere le note di copertina, seguire i testi e guardare le foto.
cry.gif E come dice Giuse a inizio thread, ci restiamo male se ci manca il tempo per riuscirci. cry.gif

Vecchi (…e giovani) inguaribili romantici.

KTFB

Inviato da: Kid Cox il Venerdì, 11-Gen-2019, 16:24
Già, è in questo che siamo "diversi"... Il mio problema musicale da adolescente era di scoprire cosa ci fosse "dietro" alla hit del 45 giri. Così comprai Reckless di B.Adams; Measure for measure (Icehouse); Your Move (America) oppure The Riddle (N.Kershaw).
Non mi bastava, quando anche l'album mi piaceva scavavo nella loro discografia (vi ricordo che non c'era internet), anche questo era un lavoro duro (scoprire che Hall & Oates avevano realizzato già una decina di albums e che fossero stati tutti o quasi grandi successi - anche da noi, grazie a Ron - fu per me una sorpresa); dietro a Boys and Girls di B.Ferry si rivelava la storia dei Roxy Music e quello splendido Avalon...
Questo "sudore" oggi non c'è, questa "passione" probabilmente esiste anche oggi ma noi siamo cresciuti ed i giovani hanno altri metodi.
Probabile che chi allora diceva "io ascolto tutto" ntendendo Radio dimensione suono, Radio DJ oppure Radio 105 e quindi assorbendo i nomi più noti oppure quelli che i promoter cercavano di pompare... Cos'é cambiato? Che forse almeno in quei casi c'erano dei musicisti e dei parolieri (talvolta veri poeti) al lavoro sostituiti spesso oggi da DJ (PC???) e scrittori di rime baciate (i più fantasiosi potrebbero definirli Poeti Metropolitani... mah...).
Insomma la Storia si ripete ma non è mai uguale... Gli anni 70 sono stati un'altra cosa? Probabilmente sì, per certi versi anche nei 60, ma quella era la prima Grande generazione (20 anni) che sia in Europa che nelle Americhe non aveva conosciuto la Guerra! Si OK Vietnam, Cambigia, Cile ecc. ma quelle erano situazioni Interne oppure "lontane da casa"... Il Terrore di bombardamenti e delle Sirene non li conoscevano che per le testimonianze di genitori zii oppure nonni... E' la prima Grande generazione ad aver conosciuto il vero significato della parola LIBERTA'! La musica come l'abbiamo conosciuta noi (oggi 50 enni) ma soprattutto i nostri fratelli maggiori che ora viaggiano attorno ma anche oltre i sessanta / settanta, ne è la massima eespressione. E la stessa formula del Progressive rock (priva di schemi o di formule) ne fu l'esaltazione.
Credo di aver fatto un pippone, ma mi è uscito così... e così ve le beccate! blah.gif

Inviato da: giuse il Venerdì, 11-Gen-2019, 17:06
in effetti è un bel pippone...
però grosso modo è quello che è successo.
Grazie a tutti quelli che hanno detto la loro in questo thread, sono contento di avere sollevato l'interesse con un argomento quasi serio.
Io finchè ce la faccio vado avanti coi CD. Proprio non fa per me l'ascolto da PC.

Inviato da: Kid Cox il Venerdì, 11-Gen-2019, 17:15
QUOTE (giuse @ Venerdì, 11-Gen-2019, 16:06)
in effetti è un bel pippone...
però grosso modo è quello che è successo.
Grazie a tutti quelli che hanno detto la loro in questo thread, sono contento di avere sollevato l'interesse con un argomento quasi serio.
Io finchè ce la faccio vado avanti coi CD. Proprio non fa per me l'ascolto da PC.

mhm.gif Hai figli???
Credo di no... very_lol.gif

Se si, dimmi come fai! god.gif

Inviato da: giuse il Venerdì, 11-Gen-2019, 19:35
Ho due figli ma vivono per conto loro, non sono più a casa con noi. E comunque sento tutto in cuffia, perché c'è sempre la moglie (e i vicini)

Inviato da: Kid Cox il Venerdì, 11-Gen-2019, 20:17
QUOTE (giuse @ Venerdì, 11-Gen-2019, 18:35)
Ho due figli ma vivono per conto loro, non sono più a casa con noi. E comunque sento tutto in cuffia,  perché c'è sempre la moglie (e i vicini)

Ah hai già "dato"...
I miei hanno 14 e 5 anni... già sudo per vedere un TG, mi è concesso 8 e mezzo per grazia ricevuta... figurati Grendel, gli Ancient Veil oppure gli Oakseham... Finirei per dormire in macchina! cry.gif
Talvolta nella MIA auto provano ad argomentare allora: 183.gif quella è la MIA oasi progressiva e non si tocca! 280.gif
I viaggi si fanno con l'ammiraglia della moglie... surrender.gif

Inviato da: AntonioC. il Domenica, 13-Gen-2019, 12:12
Cofanetti, riedizioni celebrative, remasters e vari non mi interessano.
Stessa cosa dicasi per i live albums a meno che non siano particolari (con inediti o versioni differenti).
Il mio buon proposito quest'anno è quello di escludere qualsiasi acquisto relativo ad anni precedenti al 2018, concentrandomi quindi con il recupero delle uscite dell'anno trascorso e quello nuovo.
Naturalmente su dischi che vale la pena prendere, evitando per quanto possibile dischi mediocri o appena sufficienti ma dell'artista storico.
Così facendo dovrei tenermi sui 120-130 titoli (poi dipende anche dalla qualità delle uscite) che sono un numero importante ma sempre meno dei 320 e passa acquistati nel 2018.

Inviato da: LUMINOL il Giovedì, 04-Lug-2019, 15:10
QUOTE (giuse @ Martedì, 08-Gen-2019, 18:22)
Quando ho iniziato ad ascoltare musica seriamente, occorreva scegliere tra un numero di uscite limitato.
Niente internet, spotify, youtube, bandcamp.
Niente registrazioni casalinghe.
Ricordo come una innovazione esaltante il giorno in cui il mio negozio di fiducia nella città dove vivo aveva installato la possibilità di ascoltare in cuffia gli ellepi prima di acquistarli.
Altrimenti ci si doveva fidare delle recensioni (scarse) e del proprio istinto, visto che anche le radio (anzi LA radio) non trasmetteva certo brani di 20 minuti.
Il risultato è che gli ellepì venivano ascoltati, elaborati, digeriti, capiti ed apprezzati.
Questo fa sì che ancora oggi, dopo quasi 50 anni, ci ricordiamo ancora a memoria nei minimi particolari i nostri dischi preferiti.
Oggi invece che succede?
Leggo su Arlequins forum pareri del tipo “band x, disco y, ricorda un po’ i Genesis, un po’ di Canterbury, non male, dategli un ascolto”.
Per poi il giorno dopo sentire qualcos’altro e dimenticare quanto sentito il giorno prima.
Oppure di altri che hanno 7-8.000 dischi…
Ora se parliamo di collezionismo va bene tutto, anche una stanza piena di cd.
Ma se invece uno compra i cd per ascoltarli e per capirli, anche dando per buona una media di due cd al giorno (che è già tanto, a meno di ascoltarli mentre si fa la doccia) per ascoltare 8.000 cd ci vogliono 11 anni.
Io ne ho un migliaio e mi sembrano già troppi...
A me tutto questo non sta bene.
Se dobbiamo ascoltare il rock progressivo, quello vero, non possiamo farlo mentre lavoriamo, o mentre cuciniamo.
Persino in auto, secondo me, si perde molto, visto il rumore di sottofondo (a meno che non abbiate una Bentley).
Mi pare che anche il nostro amato prog stia diventando come tutto il resto, qualcosa da consumare senza pensarci su.
Peccato.

Mi ero perso questo pezzo di discussione che ho trovato molto interessante:
le tue parole GIUSE le condivido al 101% clap.gif clap.gif
...solo oggi ,dopo anni di sconfusionate indegestioni musicali con il timore di perdermi chissa che cosa precludendomi il gusto di assoporarmi ogni nota e gustarmi ogni passaggio di un uscita particolarmente interessante o che soltanto avrebbe meritato qualcosa di piu' (...alla scoperta di quale mai capolavoro perduto unsure.gif ...), sto cercando di disintossicarmi da come
ha definito Mauro "dall'ossessione dell'accumulatore compulsivo" e vi assicuro
che ce la sto mettendo tutta e sono quasi quasi vicino alla retta via !!!

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