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> Figli di un'ispirazione minore ?, Jethro Tull: Minstrel in the gallery
 
vale
Inviato il: Domenica, 27-Ott-2019, 20:49
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Little Red Robin Hood
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Volevo provare ad aprire una discussione settimanale su album, di gruppi storici, considerati, a torto od a ragione, "minori".
Tra questi ho considerato " Minstrel in the gallery" dei Jethro Tull. A mio avviso si tratta del secondo album, di una ", trilogia" iniziata con War Child e chiusa da Too old to rock'n' roll..., in cui la vena creativa dei Tull dei '70, raggiunge i minimi termini. Dell' album, che reputo poco ispirato e persino noioso a tratti, salvo la title track ( presentata sovente live anche al di fuori del tour di riferimento ) ed in parte la suite. Il resto sottotono....tanta chitarra acustica...tanto Anderson...ma nulla che rimane...
Parlando con amici del lavoro in questione sono emerse invece idee diverse e molto anche, talvolta...
Voi che ne pensate ??


ciao
Vale
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Vienna
Inviato il: Lunedì, 28-Ott-2019, 09:29
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Purple Piper
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MINISTREL IN GALLERY
riascoltato dopo un'eternità il disco originale ho la conferma ora che l'album del 1979 puoi rientrare nella categoria dei minori nella vasta discografia del gruppo di Anderson.
Anderson tiranneggia più del solito in questo lavoro e abbiamo diversi brani dove domina la sua voce e le sue chitarre acustiche. Il mio brano Top è la Titeltrack dove dopo un inizio folkeggiante si sviluppa grazie a Barre in un classico rock Tulliano. 8 punti.
Il gradimento è poco superiore a Black Satin Dancer sempre grazie a un ispirato Barre.
Il brano più scarso è a mio parere One White Duck/010=Nothing so All di una noia mortale.5
In totale l'album raggiunge nella mia classifica il 7 risicato anche paragonandolo ad altri Album minori.
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vale
Inviato il: Lunedì, 28-Ott-2019, 09:30
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Little Red Robin Hood
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QUOTE (Vienna @ Lunedì, 28-Ott-2019, 09:29)
MINISTREL IN GALLERY
riascoltato dopo un'eternità il disco originale ho la conferma ora che l'album del 1979 puoi rientrare nella categoria dei minori nella vasta discografia del gruppo di Anderson.
Anderson tiranneggia più del solito in questo lavoro e abbiamo diversi brani dove domina la sua voce e le sue chitarre acustiche. Il mio brano Top è la Titeltrack dove dopo un inizio folkeggiante si sviluppa grazie a Barre in un classico rock Tulliano. 8 punti.
Il gradimento è poco superiore a Black Satin Dancer sempre grazie a un ispirato Barre.
Il brano più scarso è a mio parere One White Duck/010=Nothing so All di una noia mortale.5
In totale l'album raggiunge nella mia classifica il 7 risicato anche paragonandolo ad altri Album minori.

1975 :-)
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jdessi
Inviato il: Lunedì, 28-Ott-2019, 09:36
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Purple Piper
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Tocca a me...
E' un album minore, ma quando l'ho riascoltato per questo thread mi ha dato un emozione fortissima: era da 30 anni che non lo ascoltavo, e mi è sembrato attuale come allora. Nonostante ciò cercherò di essere il più obiettivo possibile, anche se, premetto, in gioventù sono stato un fan ultra sfegatato dei JT.

Iniziamo dalla title track. Motivo il voto con il fatto che è il pezzo più rappresentativo dei Jethro del periodo, in cui si nota una forte dicotomia tra Barre e Anderson. Dicotomia risolta a favore di Anderson, come si evincerà dal resto dell'album. Era il periodo in cui i JT cercavano di entrare nel mercato USA e, per farlo, avevano indurito leggermente i suoni, dando risalto maggiore alla chitarra distorta. Tornando a Minstrel in the gallery, l'esperimento non è tanto riuscito si sentono chiaramente due pezzi distinti: il pezzo più rock, in cui la chitarra elettrica è molto presente, frutto della mente di Barre e il brano più acustico opera di Anderson. E' il classico caso in cui il tutto è minore della somma della parti. AI due pezzi presi separatamente, avrei dato un voto maggiore. Soprattutto la parte di Barre la trovo avanti (1975) per il tempo in cui è stata scritta. Grazie anche all'eccelso Barriemore Barlow, il primo batterista che ho sentito usare la doppia cassa (molto prima di Portnoy). Non dimentichiamo che lo stesso John Bonzo Bonham segnalo Barlow come miglior batterista.
Proprio perchè il pezzo non segue un filo, ma salta di palo in frasca (proprio come questa frase), gli do solo 6,5.

Cold wind to Valhalla: bell'intreccio di flauti e chitarre in piena tradizione tulliana, prova vocale di Anderson superiore alla media e riff abbastanza catchy: altro 6,5.

Black Satin Dancer. E' sempre stato uno dei miei brani preferiti dei JT. Pathos a mille, soli di chitarra e flauto, melodia struggente (come piace a me e a Kid). Voto 8.

Requiem. Solitamente aborro i brani acustici di stile cantautorale, ma per i JT è tutt'altra cosa. Sono dei gioiellini. Gli ingredienti di prim'ordine: le lyrics di Anderson, sempre pungenti anche se criptiche. Il suono inconfondibile della chitarra parlour di Anderson e soprattutto LE ORCHESTRAZIONI DI DEE (David) PALMER. Conoscerete tutti la storia di David Palmer, orchestratore e direttore d'orchestra dei JT, nonchè tastierista aggiunto durante i live. Costui cambio sesso, con grande sensibilità, solo dopo la morte della moglie. Un genio dell'orchestrazione. Voto 7.

One White Duck / 010 = Nothing at All. Brano troppo andersoniano e poco JT... Testo criptico, ma pare che faccia riferimento all'usanza british di esporre in casa degli sposi, una coppia di statuette rappresentanti oche bianche. Anderson stava divorziando e scrisse questo pezzo amaro e ironico. Sarebbe andato bene in un alcum solista. Voto 6: per comprensione.

Baker street muse: ho letto da qualche che viene considerata dai tulliani come la supper's ready dei JT. Forse è eccessivo, ma a me piace. Gli incastri tra l'onnipresente acustica (suonata alla grande!) e l'elettrica. Lo sviluppo del brano è molto omogeneo e fila via liscio. Il testo veramente criptico.
E ancora gli arrangiamenti di Dee Palmer che valorizzano tutto. Da fan dei JT darei un altro 8, ma volendo essere obiettivo, fatemi dare almeno 7,5

Grace. Altro gioiello. Certo, non è all'altezza di Wond'ring Aloud, ma segue quella ispirazione. Da ragazzo ho faticato a farmeli piacere, ma brani come il già citato Wond'ring Aloud, Slipstream o Requiem e Grace sono dei veri capolavori. Se durassero di più sarei d'accordo con chi dice che sono noiosi, ma sono così essenziali. Voto 8

Per dare un voto globale all'album, partirei dalla media. 6,5 + 6,5 + 8 + 7 + 6 + 7,5 + 8 = 49,5 / 7 = Voto finale per approssimazione 7.


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"Se senti il bisogno di analizzare il rock è solo perché non sei in grado di capirlo." (Van Morrison)
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FabioProg
Inviato il: Lunedì, 28-Ott-2019, 10:23
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Lucky Man
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Un album che mi piace a sprazzi. Bella la title track, e Black Satin Dancer, belli i riff di Barre e anche gli inserti di piano di Evan. Baker st Muse sufficiente. Alcuni brani un po’ noiosi come Requiem o One White Duck che mi ricordano un po’ Cohen , che a parte i testi, musicalmente ho sempre trovato un po’ noioso . Voto album 6.5, la Title track e Black Satin Dancer 7,5
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Peppe
Inviato il: Lunedì, 28-Ott-2019, 12:36
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Chameleon
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Sempre considerato un album sottovalutato e le osservazioni lette finora me lo confermano :-) Certo, ce ne sono diversi nella discografia dei Tull che gli sono superiori (almeno Stand up, Benefit, Aqualung, TAAB, Songs from the wood e Heavy horses), ma nel complesso un signor disco.

Peppe
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jdessi
Inviato il: Lunedì, 28-Ott-2019, 13:46
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Purple Piper
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Dimenticavo, la copertina è la copia, con alcune differenze, del dipinto di Joseph Nash: Twelfth Night Revels in the great hall.
Trova le differenze! sorriso.gif
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vale
Inviato il: Lunedì, 28-Ott-2019, 15:21
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Little Red Robin Hood
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QUOTE (Peppe @ Lunedì, 28-Ott-2019, 12:36)
Sempre considerato un album sottovalutato e le osservazioni lette finora me lo confermano :-) Certo, ce ne sono diversi nella discografia dei Tull che gli sono superiori (almeno Stand up, Benefit, Aqualung, TAAB, Songs from the wood e Heavy horses), ma nel complesso un signor disco.

Peppe

A parte il banale " de gustibus" e sapendo della tua memoria...quando l' hai ascoltato l' ultima volta? Per avere un' idea..ecco...
Io non lo sentivo da anni...e mi ha detto poco o nulla anche questo ascolto...
L'hai comunque citato dopo 6 o 7 titoli dei '70...e' ,cmq un minore...ed aggiungerei inferiore pure A passion play ed a Stormwatch...quindi se e' l' ottavo o nono su 12....:-)
A me appare proprio fiacco...nei prox giorni riascolto War child e Too old ( oltre all' esordio This was)... per vedere se rimane 9* o peggiora...
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Ayrton 2112
Inviato il: Lunedì, 28-Ott-2019, 15:29
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Purple Piper
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Un album che non ascoltavo da tempo, e che ho trovato migliore di quanto mi ricordassi.
La title-track mi ha sorpreso per la sua immediatezza e durezza, con la chitarra in primo piano e il basso pulsante. Un brano ideale per la sede live. Molto bella Black Satin Dancer, con un pregevole crescendo strumentale (il cui riff mi ricorda molto 25 Or 6 To 4 dei Chicago). La suite Baker Street Muse in alcuni momenti sembra anticipare la trilogia folk di "Songs From The Wood" e "Heavy Horses" (quest'ultimo a mio avviso il capolavoro sottovalutato dei Tull); ma per quanto ricca di arrangiamenti interessanti, mi sembra un po' dispersiva: forse sarebbe stato meglio suddividerla in tracce separate, dato che non ha un vero e proprio filo conduttore. Gli altri brani dell'album sembrano più intermezzi e riempitivi, con qualche momento intenso e piacevole in Cold Winds To Valhalla.
È un album di transizione, che fa capire come in quel periodo i Tull, passata la grandeur di "Thick As A Brick" e "A Passion Play", non avessero ancora ben chiara la direzione da prendere, forse intuendo il momento di stanca che il genere si apprestava ad attraversare.
Secondo me comunque si merita un 7 pieno.


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Peppe
Inviato il: Lunedì, 28-Ott-2019, 17:54
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Chameleon
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QUOTE (vale @ Lunedì, 28-Ott-2019, 16:21)
QUOTE (Peppe @ Lunedì, 28-Ott-2019, 12:36)
Sempre considerato un album sottovalutato e le osservazioni lette finora me lo confermano :-) Certo, ce ne sono diversi nella discografia dei Tull che gli sono superiori (almeno Stand up, Benefit, Aqualung, TAAB, Songs from the wood e Heavy horses), ma nel complesso un signor disco.

Peppe

A parte il banale " de gustibus" e sapendo della tua memoria...quando l' hai ascoltato l' ultima volta? Per avere un' idea..ecco...
Io non lo sentivo da anni...e mi ha detto poco o nulla anche questo ascolto...
L'hai comunque citato dopo 6 o 7 titoli dei '70...e' ,cmq un minore...ed aggiungerei inferiore pure A passion play ed a Stormwatch...quindi se e' l' ottavo o nono su 12....:-)
A me appare proprio fiacco...nei prox giorni riascolto War child e Too old ( oltre all' esordio This was)... per vedere se rimane 9* o peggiora...

L'ho ascoltato di sicuro quando è uscita l'edizione del quarantennale, quattro anni fa (e lo ascoltai più volte). Per me non è inferiore nè a APP nè a Stormwatch.

Peppe
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vale
Inviato il: Lunedì, 28-Ott-2019, 18:55
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Little Red Robin Hood
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QUOTE (Peppe @ Lunedì, 28-Ott-2019, 17:54)
QUOTE (vale @ Lunedì, 28-Ott-2019, 16:21)
QUOTE (Peppe @ Lunedì, 28-Ott-2019, 12:36)
Sempre considerato un album sottovalutato e le osservazioni lette finora me lo confermano :-) Certo, ce ne sono diversi nella discografia dei Tull che gli sono superiori (almeno Stand up, Benefit, Aqualung, TAAB, Songs from the wood e Heavy horses), ma nel complesso un signor disco.

Peppe

A parte il banale " de gustibus" e sapendo della tua memoria...quando l' hai ascoltato l' ultima volta? Per avere un' idea..ecco...
Io non lo sentivo da anni...e mi ha detto poco o nulla anche questo ascolto...
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L'ho ascoltato di sicuro quando è uscita l'edizione del quarantennale, quattro anni fa (e lo ascoltai più volte). Per me non è inferiore nè a APP nè a Stormwatch.

Peppe

Beh se lo ritieni superiore a Passion play e Stormwatch non parlo piu'... pur non condividendo :-)
Quindi, che " voto " gli daresti ?
Io , ad esempio, un 6 stiracchiato...
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bungle77
Inviato il: Lunedì, 28-Ott-2019, 19:37
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Chocolate King
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E' uno dei miei preferiti in assoluto per me tra i 5 album più belli dei Tull

Messaggio modificato da bungle77 il Lunedì, 28-Ott-2019, 19:37


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And the sea isn't green
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Ciò che è troppo diverso da quello che siamo soliti pensare, ciò che ci è impossibile pensare, quello lo chiamiamo nulla. (Cornelius Noon)
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AntonioC.
Inviato il: Lunedì, 28-Ott-2019, 20:38
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Del periodo d'oro i dischi minori sono solamente War Child e Too Old Too Rock n'Roll, pur sempre più che sufficienti. Minstrel è ottimo, non all'altezza dei classici, ma nettamente superiore a questi due.
I gusti sono gusti, ma se date un'occhiata ad un campione più ampio di quello di Arlequins, l'opinione mia e di Peppe è condivisa da un bel po' di gente. Anzi, possiamo dire che Minstrel ha addirittura giudizi un po' troppo generosi.

http://www.progarchives.com/artist.asp?id=418

https://rateyourmusic.com/artist/jethro-tull

Messaggio modificato da AntonioC. il Lunedì, 28-Ott-2019, 20:38
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vale
Inviato il: Lunedì, 28-Ott-2019, 21:11
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Little Red Robin Hood
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...ma si non e' una "battaglia" di numeri :-)
Io confermo le miei impressioni....

Ps: di Progarchives, malgrado i numeri di "lettori", non mi fido...non nello specifico Jethro Tull...in generale... Di Rateyourmusic invece mi " fido" di piu'...

Vediamo se ci sono altri pareri...qualcuno ha fatto quasi una recensione per spiegare le proprie motivazioni...altri sono stati piu' generici....
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Vienna
Inviato il: Lunedì, 28-Ott-2019, 21:43
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Lo scopo di questo Thread sarebbe di esprimere
Il nostro pensiero, di Arlecchini, su i cosiddetti minori, a prescindere da un prog archives gia.gif
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