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> Gentle Giant : Interview, Figli di un dio minore?
 
vale
Inviato il: Domenica, 17-Nov-2019, 12:09
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Little Red Robin Hood
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INTERVIEW: L'album e' senza dubbio l'ultimo grande lavoro dei GG. Nei successivi, in particolar modo in The missing piece, si trovano ancora sprazzi di antica magia e, ad avere la pazienza di ascoltarli 😃 anche in Giant for a day e Civilian. Certo in Interview non tutto funziona alla perfezione, ma la title track, "Design" ( un capolavoro x voci e percussioni) e "I lost my head" sono brani eccellenti. Sorprendente e spiazzante ma ottimo il reggae a la Gentle Giant di "Give it back"; il rock, " sui generis" di "Another show" che dimostra comunque tutta la perizia strumentale dei 5 "giganti". Meno ispirate l' acustica e poi piu' " nervosa"Empty city e "Timing", un po' debole nel cantato ma decisamente valida dal punto di vista strumentale con il violino di Ray e la chitarra di Gary protagonisti. La "colpa" di " Interview" e' quella di essere preceduto da 7 album fenomenali...e quindi e' un "minore" da 8.


Che mi dite ?
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Kid Cox
Inviato il: Lunedì, 18-Nov-2019, 00:13
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Little Red Robin Hood
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Gentle Giant - In'terview (1976)

Premessa, sapete qual'è il mio brano preferito dei GG? “Nothing at All”, splendida ballata degli esordi dall'andamento lento, intimo, romantico.
Di loro ho ascoltato pochissimo oltre il IV “Three Friends” poiché facevo fatica a “seguirli” e non riuscivo a comprendere tutte le diavolerie che spuntavano dalle loro menti illuminate.
Ricordo di aver avuto tra le mani “In a Glass House”, “The Power and the Glory” e soprattutto “Free Hands” sul quale mi arresi incondizionatamente.
Quindi arrivo novello a questa opera targata 1976. Il brano d'apertura “Interview” mi coglie piacevolmente di sorpresa: ritrovo una certa “logica” (passatemi il termine), ossia il brano resta appetibile anche ai comuni mortali come me senza schizzare ai quattro cantoni. Insomma un brano prog in pieno stile Gentle Giant ma senza la frenesia di stupire l'ascoltatore.
Compiaciuto di ciò mi accingo ad ascoltare “Give it back” e qui resto perplesso. Si il 1976 cronologicamente parlando è l'inizio della fine per la Nostra musica; qui i GG cercano di aggrapparsi al pop rock a modo loro: reggae, pop & rock conditi con cori, xilofoni e controtempi… Mah.
“Design” allora viene in soccorso e con i controcanti tanto cari a fratelli Shulman & Co. Ne esalta le doti. Anche “Another Show”, più vivace e dinamica della precedente rimane comunque ben salda nel GG sound. Forse più rock d'annata, alla moda dei Jethro Tull, ma sicuramente un brano ben riuscito.
“Empty City” apriva la seconda facciata (oggi più semplicemente la Va traccia…); controcanto e contrappunti la fanno ancora da padrone, sound moderno e senza eccessi; posso notare solo uno sguardo al funky prog che sposeranno molte band (di frontiera) USA, alleggerito dalla presenza della chitarra acustica.
“Timing” strizza l'occhiolino al sound proveniente dagli States, anche e soprattutto nei suoni delle tastiere e nell'(hard)solo di electric guitar, mentre gli innesti del violino anticipano gli splendidi UK di dodici mesi.
“I lost my head” va a chiudere questo album.
Mentre scrivo i nostri pazzerelli si stanno prendendo beffa di noi giocando con chitarre e tastiere: dimostrano padronanza degli strumenti saltando qua e là senza la magniloquenza di ELP bensì dando lustro ad una pulizia sonora senza eguali. Il brano prosegue con Derek Shulman che sale e ridiscende con la sua voce virile. Nonostante qualche vaga assonanza con i Gryphon comunque una canzone che “non mi prende”, non il brano migliore del lotto.
36'47” passati in un batter d'occhio; non ritengo di essermi perso fino ad oggi l'imperdibile, ma senz'altro mi ricredo di quanto letto mille volte, ossia “i Gentle Giant dopo “Three Friends” hanno intrapreso una strada in discesa che li ha portati lentamente negli inferi...”
Balle! Questo è un signor album ancora oggi godibilissimo!
A “Design” ed “Another Show” la palma delle migliori (9 e 9,5 - ragazzi, non posso soppiantare “Nothing At All” al primo ascolto!!!). Voto alto anche per “Timing” (7,5) ed Interview (7,5). Un gradino sotto “Empty City”; “I lost my head” non mi turba e non mi fa impazzire (6), mentre con “Give it back”, si poteva sicuramente fare di meglio… (5).
La media dà 7, 28. Beh arriviamo a 7,5 non foss'altro per quel mezzo voto ingiustamente tolto ad “Another Show”!
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vale
Inviato il: Lunedì, 18-Nov-2019, 08:14
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Little Red Robin Hood
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io ero messo peggio di te....fino a 4/5 anni fa mi piaceva solo Wreck...poi ho iniziato a sentire i video-live su you tube. oggi fino ad Interview mi piace tutto...e qualcosa pure dopo...
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Peppe
Inviato il: Lunedì, 18-Nov-2019, 09:28
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Chameleon
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QUOTE (Kid Cox @ Lunedì, 18-Nov-2019, 01:13)
mi ricredo di quanto letto mille volte, ossia “i Gentle Giant dopo “Three Friends” hanno intrapreso una strada in discesa che li ha portati lentamente negli inferi...”

Ohibò, ma dove si leggono ste cose? Pensa che per me il meglio i Gentle Giant lo hanno dato immediatamente dopo Three friends (meraviglioso), con Octopus e In a glass house, imho i loro capolavori.

Riguardo Interview condivido pienamente i pareri favorevoli espressi finora. E' un signor disco che ha come unico difetto quello di essere uscito dopo una serie di lavori stratosferici che meritano voti elevatissimi, mentre qui bisogna "accontentarsi" di un 8 pieno. Alternando soluzioni classiche già espresse nelle opere precedenti, a qualche momento più orientato al rock di quel periodo (pop o reggae, ma sempre in una loro personalissima interpretazione), regalano un'altra manciata di composizioni di alta qualità. Solo dopo Interview partirà il vero calo qualitativo, pur con dei colpi di coda che rendono almeno The missing piece e Civilian dei dischi al di sopra della sufficienza.

Peppe
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Vienna
Inviato il: Lunedì, 18-Nov-2019, 09:55
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Purple Piper
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Una premessa
Grazie a Vale che con questa iniziativa ci da la possibilità di rispolverare vecchi album che da molto tempo non ascoltiamo.
Peccato che non tutti ne approfittano

GENTLE GIANT Interview
L'ascolto di Interview dopo molti anni, a differenza dei primi lavori, mi ha fatto rilevare che con il loro ottavo album del '76 era iniziato un nuovo corso nel suono dei GG con una maggiore immediatezza che proseguirà negli ultimi lavori. Immediatezza che non vuol dire commerciabilità e semplicità perché per loro era addirittura impossibile pensarlo.
Infatti quando hanno esaurito l'ispirazione si sono sciolti e mai più ricostituiti. INTERVIEW il brano di apertura è caratterizzato da un ritmo semplice che poi a metà si complica come solo loro sanno fare ironizzando sul rito dell'intervista. 7. GIVE IT BACK ti spiazza con un Reggae che nelle mani dei cinque inglesi ha uno sviluppo sicuramente meno monotono di quello giamaicano.7. DESIGN il solito pezzo corale contrappuntistico è questa volta accompagnato solo dalle percussioni ed è come sempre una delizia. 7,5
ANOTHER SHOW cavalcata alla GG dedicata, ed è la seconda volta dopo Octopus, alla vita frenetica dei loro Roadies.6,5. EMPTY CITY inizia delicatamente con una introduzione acustica per poi cambiare passo al suono di un sax.7,5. TIMING questo invece è il brano per me più debole che nonostante un ottimo violino passa dopo a un classico rock'n'roll.6. I LOST MY HEAD il mio brano preferito inizia con una classica ballata alla GG in sapore medioevale per poi, all'ingresso degli strumenti elettrici, trasformarsi in un brano energico alla vecchia maniera della band, un brano all'altezza dei loro classici. 8.
Anche se dopo questo album inizierà la discesa che porterà al loro scioglimento, Interview resta un buon lavoro e si guadagna un bel 8 pieno.

P.S. come dice Peppe i GG anche negli ultimi lavori non sono mai andati sotto la sufficienza
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FabioProg
Inviato il: Lunedì, 18-Nov-2019, 11:46
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Lucky Man
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INTERVIEW ...Album del 1976, periodo come già più volte detto, di prediche nel deserto per i gruppi prog. Si incomincia quindi a intravedere qualche “avances” commerciale, anche se sempre in puro stile GG, armonie e contrappunti che alcune band non riuscirebbero neanche ad immaginare, musicisti che ancora una volta si rilevano per quel che sono: grandi musicisti. Brano più debole “another show” voto 6, brani migliori “interview”, “I lost my head” voto 8.5 Media album 8 pieno.
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jdessi
Inviato il: Lunedì, 18-Nov-2019, 12:17
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Purple Piper
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Strano concept album concepito come una radio intervista. Album un po' meno barocco degli altri, ma sempre giocato su parti strumentali incastrate in un contrappunto magistrale.
D'altronde è il loro marchio di fabbrica.

Interview - Tipico groove GG: 8
Give it back: - Cantato stranamente orecchiabile (per i GG) su una ritmo reggaeggiante in tempi dispari: 7
Design: spettacolare pezzo corale. Voci che si rincorrono e creano dei magnifici incastri. Un marchio di fabbrica dei nostri. Da sottolineare la sola presenza strumentale di percussioni.: 8,5
Another Show - Altro brano con tipico groove GG, in cui la sezione ritmica non si riposa un attimo e gli altri strumenti incastrano piccole frasi che sottolineano la pulsione ritmica. Carino, ma forse brano più debole dell'album: 6,5
Empty City - Inizio acustico delizioso, prosieguo elettrico che alterna parti soft a parti più incisive in cui vi è al centro la mai banale chitarra di Gary: 7,5
Timing - Solito contrappunto tra il basso e l'hammond distorto. Ottimi interventi di violino e chitarra: 7,5
I lost my head - Forse il brano più GG dell'album: 8,5
La media da 7,64 che approssimiano a 8--
Definitely a good album!


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"Se senti il bisogno di analizzare il rock è solo perché non sei in grado di capirlo." (Van Morrison)
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Ayrton 2112
Inviato il: Martedì, 19-Nov-2019, 00:36
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Purple Piper
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GENTLE GIANT - INTERVIEW

Abbiamo detto che lo scopo di questa nostra "iniziativa" è anche riprendere in mano dischi che non si ascoltano da molto tempo per valutarli con orecchie differenti. È proprio quello che mi è accaduto con Interview. Ai tempi, quando avevo circa 20 anni e muovevo i primi passi nel mondo del prog, l'avevo ascoltato di fretta, e l'avevo bollato come "niente di che", con l'idea che il meglio dei Gentle Giant fosse finito con Octopus. Adesso posso dire di essere stato ingiusto: si tratta di un buon lavoro, meno ispirato rispetto ai grandi classici (d'altronde è per questo che ne stiamo parlando qui ) e forse un po' "di mestiere", con ancora sprazzi di grande tecnica e ispirazione. La title-track in apertura, ad esempio, è un manifesto del loro suono: cambi di tempo, armonie intricate, superbo lavoro di tastiere, uno dei brani migliori dell'album. Notevole anche Give It Back, con quell'insolito ritmo quasi reggae. Design è il classico pezzo "alla Gentle Giant" con le parti vocali sovrapposte in stile Knots, sempre una garanzia. Senza indulgere nel track by track, il resto dell'album prosegue comunque con brani abbastanza consueti nello stile del gruppo, dove la tecnica e la cura degli arrangiamenti sono sempre ad alti livelli, e ogni tanto compaiono parti più energiche e dirette; da segnalare anche il forte sapore medievale in I Lost My Head. Se proprio devo trovare un difetto, certi acuti di Shulman sono troppo forzati e "stonano" un po'.
Un album da riscoprire, l'ennesima dimostrazione di quanto fosse ispirato e riconoscibile il suono di questa grande band.
Voto: 8


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"Di tutte le aberrazioni sessuali, forse la più aberrante è la castità." (R. De Gourmont)
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bungle77
Inviato il: Martedì, 19-Nov-2019, 10:46
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Chocolate King
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QUOTE (Peppe @ Lunedì, 18-Nov-2019, 09:28)
QUOTE (Kid Cox @ Lunedì, 18-Nov-2019, 01:13)
mi ricredo di quanto letto mille volte, ossia “i Gentle Giant dopo “Three Friends” hanno intrapreso una strada in discesa che li ha portati lentamente negli inferi...”

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Peppe

boh io faccio veramente fatica a dire il mio preferito dei GG fino a Free Hand (compreso)... Interview è invece un pelino sotto, continuano nella strada intrapresa in Free Hand nella ricerca di una maggiore immediatezza, pur mantenendo inalterato il loro marchio di fabbrica. Ma mentre in Free Hand il tutto funziona alla meraviglia, Interview è un po' meno fluido. Purtroppo nei successivi andra peggio, pur mantenendo un livello dignitoso. Il peggior rimane Giant for A Day.


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Ciò che è troppo diverso da quello che siamo soliti pensare, ciò che ci è impossibile pensare, quello lo chiamiamo nulla. (Cornelius Noon)
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AntonioC.
Inviato il: Mercoledì, 20-Nov-2019, 12:29
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Partendo dall'omonimo e fino a Interview hanno una sequenza di dischi mostruosa.
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VeteraEtNova
Inviato il: Venerdì, 22-Nov-2019, 20:03
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Chameleon
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7,5


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bungle77
Inviato il: Sabato, 23-Nov-2019, 22:42
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Chocolate King
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Vienna
Inviato il: Lunedì, 25-Nov-2019, 09:54
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blacklodge
Inviato il: Giovedì, 16-Gen-2020, 17:08
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Me li sono risentiti tutti quest'estate. Me lo ricordavo meglio Interview. Grande prima traccia e traccia finale. In mezzo un po' così...
Dopo tutto The missing piece mi piace di più.
Non disprezzo nemmeno gli ultimi due album, molto ambrosieggianti.
PM
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