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> Yes: Tormato, Figli di un Dio minore ?
 
vale
Inviato il: Lunedì, 11-Nov-2019, 10:50
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Little Red Robin Hood
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TORMATO: il peggior album degli Yes anni 70 ? Sicuramente la peggior copertina dell'universo Yes. E l' album? Un grande pezzo, Onward tra i miei preferiti del gruppo....qualche pezzo discreto Future time / Rejoice ; Don't kill the whale ; Release release e Madrigal. Poi una grande prestazione di Squire in On the silent wings of freedom ( malgrado le melodie non mi convincano ). Poi due brani davvero pessimi come Arriving Ufo e Circus of heaven...con orridi suoni di tastiere e scarso pure il resto....Se pensiamo che l' anno prima ( 1977) era uscito un album top come Going for the one, ci si poteva aspettare molto di piu'....Voto 7...perche' c'e' Onward...che e' perfetta nella sua semplicita'...




Per voi...?
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Vienna
Inviato il: Lunedì, 11-Nov-2019, 11:20
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Purple Piper
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YES - Tormato
La prima cosa che mi è saltata all'orecchio alla fine dell'ascolto di questo album è il suono terribile delle tastiere, plastificato, che segnerà in po' tutti gli anni ottanta anche se se qui siamo nel 1978.
Nonostante l'inizio confortante con FUTURE TIMES/REJOICE (7.)dove I cori alla Yes dominano e i solismi di S. W. e H. si sprecano, arriviamo a DON'T KILL THE WHALE (6.)
Il brano molto orecchiabile sicuramente pensato come singolo apripista, ma certamente non alla altezza del passato degli Yes.
MADRIGAL (6,5.) Buon brano acustico alla Anderson.
RELEASE, RELEASE (4,5.) iniziamo con i brani imbarazzanti, una specie di rock n'roll che nonostante giri di basso interessanti ti lascia basito. Sembra che Wakeman usi un organo giocattolo della Bontempi.
Giriamo il disco.
Iniziamo con ARRIVING UFO (5.) e qui i suoni, se è possibile, peggiorano, anche la batteria è inascoltabile e solo un accenno di assolo di Howe permette di arrivare alla fine. Il Bontempi di W. domina.
CIRCUS OF HEAVEN (6,5.) abbiamo finalmente un attimo di respiro con una piacevole ballata di Anderson. Prima che Wakeman rovini l'atmosfera per fortuna il brano termina. ONWARD (6,5.) ancora un brano d'atmosfera a firma di Squire che riporta in mente i gloriosi tempi, bello. ON THE SILENT WINGS OF FREEDOM (6.) con questa traccia cercano gli Yes di salvare il salvabile e grazie ad Howe e Squire ci riescono nonostante i coretti penosi (lalalaa) e mister Bontempi.
Questo album è per me uno dei punti più bassi della carriera di una gloriosa formazione.
Sarò magnanimo e gli do un 5,5
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Kid Cox
Inviato il: Lunedì, 11-Nov-2019, 11:25
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Little Red Robin Hood
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1978. Anche gli Yes come tanti altri, vanno dal sarto e si vestono a nuovo per il nuovo decennio ormai alle porte: i suoi si fanno meno pomposi, più “diretti” ed il taglio dei capelli che sta per avvenire a tutta una generazione è preceduto dal taglio alla prolissità (brutto termine in questo caso) dei brani-suite di recente memoria.
In “Future Times” ci trovo suoni che faranno “tenere il mercato” a “Big Generator” 9 anni dopo…
“Don't Kill The Whale” è un brano rock di rinnovamento esagerato: mi fa pensare ad Hall & Oates che rockeggiano in concerto…
“Madrigal” con suoni rubati al medioevo sembra voler rassicurare i fans: “siamo sempre noi, gli Yes!” ma il vento di rivoluzione musicale copre la voglia di guardare al passato.
“Release, Release”: eh qui sembra di ascolare uno dei loro tanti emuli “made in U.S.A.”! Starcastle, Angel, Styx ma anche Journey… possiamo ravanare qui dentro per trovare il DNA comune.
Con “Arriving Ufo” tornano finalmente a far capolino i giochi corali che Anderson & co. tanto amano, ma il taglio “easy rock” è estremamente forte… Wakeman prova ad accelerare come per avvisare che non è “da geriatria” ma il risultato lascia più dubbi che certezze…
“Circus of Heaven” è finalmente un vero brano dallo Yessound (più quello che verrà che quello passato, penso ad alcune atmosfere di ABWH). Da apprezzare l'utilizzo di timbri particolari da parte di White (xilofono?).
“Onward” è una ballad da “ballo del mattone”. Pensando al fatto che in quel periodo i nostri si esibivano negli stadi, ho immaginato gli accendini ondeggianti e null'altro. L'aggiunta dei fiati sul finale la rende ancor più imbarazzante.
“On The Silent Wings of Freedom” con i suoi 7'47” è il brano più lungo e viene a chiudere questo capitolo che definirei piuttosto imbarazzante da spiegare ai postumi se non fosse per il contesto storico. Tornando al brano, nonostante il sound moderno finalmente ritrovo una coesione ed un'ispirazione degna della loro storia. Chris Squire dona ritmi possenti, vivaci e variegati che consentono a tutta la band di lasciarsi andare; sembra quasi una jam session. Grazie al variare dei tempi anche Jon Anderson riesce ad esprimere positivamente le sue doti vocali.
Il lavoro dell'epoca termina qui, nel 2004, con la ristampa, altri 10 brani andranno ad impolpare la zuppa, ma la regola del gioco ci ferma qui!
Beh, sicuramente non si tratta di un capolavoro, anzi… Sono molte più le ombre delle luci che ci trovo (anche la copertina è pessima addirittura pieggiore di “Big Generator”); si salvano pochi brani : “On The Silent Wings of Freedom” a cui dò volentieri un bel 7,5 e “Future Times” 6,5. Dietro la lavagna praticamente tutto il resto fatta salva “Circus of Heaven”.
Con il senno di poi, mi chiedo se questa sterzata sia dovuta alle richieste dei produttori oppure sulla voglia di sfondare in USA… Chissà!?
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jdessi
Inviato il: Lunedì, 11-Nov-2019, 11:32
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Purple Piper
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Nel 78 avevo 14 anni e non conoscevo ancora gli yes. Il mio primo yes album fu yessongs e lo acquistai nel 1980 (16 anni) alla libreria CLUP del politecnico.
Di li a poco acquistai Tormato...
Rimasi abbastanza sconcertato nel passare da un gruppo slegato totalmente dalla forma "canzone" (si pensi a Tales ...) ad un gruppo quasi "canzonettaro"...
Pur essendo un album minore (in questo caso veramente minore), ritengo che sia l'ultimo veramente Yes: la discografia successiva si può anche tralasciare: è un altro gruppo.
Sono d'accordo con il tenore generale dei giudizi degli altri arlecchini, non con i dettagli.
E' vero che i suoni delle tastiere sono esageratamente artificiali, ma rimangono veri rispetto a ciò che sentiremo qualche anno dopo.
Trovo che, in generale, gli arrangiamenti siano fantastici, sontuosi e geniali, ma la sostanza dei pezzi sia parecchio scarsa.
Insomma l'unica cosa positiva che trovo in quest'album, è la sapienza degli arrangiamenti: Howe è una fucina di melodie, Wakeman non è da meno ed entrambi fanno un gran lavoro di ricerca timbrica.
Poi Squire è sempre un grandissimo. Un motore ritmico e contrappuntistico inarrestabile e mai banale.
Persino White in alcuni brani (il primo e l'ultimo) riesce a non far rimpiangere più di tanto Bruford.
Ma nonostante tutto ciò il materiale dell'album è bruttino, e se la sostanza non c'è, puoi impacchettarla bene, ma il risultato non sarà mai soddisfacente...
Future Times/Rejoice - Forse uno dei momenti più alti dell'album. Howe stratosferico e Wakeman non da meno... 6,5
Don't Kill the Whale - Abbastanza catchy e arrangiato benissimo: una buona canzone, ma questi sono gli Yes, non gli Asia. 5
Madrigal - Gioiello. Breve ed essenziale, con delle parti di chitarra classica bellissime... 8
Release, Release - Howe é sempre un grande, ma se la sostanza non c'è ... 6
Arriving UFO - Da apprezzare lo sforzo di ricerca timbrica, per il resto è desolante 4
Circus of Heaven - idem come sopra 4
Onward - Concordo con Vale: semplice, essenziale ed un solo di corno (almeno credo) da brividi. 8
On the silent wings of freedom - Pezzo senza capo nè coda. Apprezzabile il suono della chitarra nella parte iniziale: mi ricorda un po' una tromba. Detto tra noi ho provato tante volte a riprodurlo e non ci sono mai riuscito.. Detto questo: Pezzo suonato alla grande da tutti, compreso White che all'inizio, suonando storto cerca di fare il verso a Bruford. Ma sotto sotto c'è ben poco. 5
Media 5,8 - Voto conclusivo 6--.
Pensando agli Yes successivi è una sufficienza, pensando agli Yes precedenti non ci arriva.


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"Se senti il bisogno di analizzare il rock è solo perché non sei in grado di capirlo." (Van Morrison)
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vale
Inviato il: Lunedì, 11-Nov-2019, 12:18
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Little Red Robin Hood
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QUOTE (Kid Cox @ Lunedì, 11-Nov-2019, 11:25)

“Onward” è una ballad da “ballo del mattone”. Pensando al fatto che in quel periodo i nostri si esibivano negli stadi, ho immaginato gli accendini ondeggianti e null'altro. L'aggiunta dei fiati sul finale la rende ancor più imbarazzante.

Onward per me e'un capolavoro.....
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Kid Cox
Inviato il: Lunedì, 11-Nov-2019, 15:39
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Little Red Robin Hood
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Eh se avessimo tutti gli stessi gusti e le stesse opinioni questo gioco non avrebbe più sale sorriso.gif
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vale
Inviato il: Lunedì, 11-Nov-2019, 16:47
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Little Red Robin Hood
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certo...ma notavo dal tuo " imbarazzante al mio " capolavoro "......non " discreto" , " buono"...
"carino", "piacevole".......proprio l' opposto :-)
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Ayrton 2112
Inviato il: Lunedì, 11-Nov-2019, 16:52
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Purple Piper
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La formazione è ancora quella classica, ma i malumori all'interno della band sono evidenti e non c'è una direzione chiara da seguire. L'album è famoso per la discutibile copertina con il pomodoro spappolato (si dice lanciato da Wakeman, decisamente contrariato dall'artwork proposto dalla Hipgnosis), sicuramente un punto in meno, considerati i magnifici lavori firmati Roger Dean a cui gli Yes ci hanno abituati. Sono anni in cui la popolarità del progressive classico sta scemando di mese in mese, e le influenze della new wave diventano un fattore con cui fare i conti: questa cosa si nota soprattutto nei suoni di tastiere di Wakeman, mai così freddi e sintetici, e nella produzione in generale, che cerca di suonare moderna, ma si sposa molto poco con le caratteristiche dei musicisti. Niente suite grandiose come Awaken o The Gates Of Delirium qui: il minutaggio rimane contenuto, tra tentativi di singolo commerciale (Don't Kill The Whale, discreta ma tutto sommato dimenticabile) ed esperimenti che strizzano l'occhio alle nuove sonorità. Arriving UFO e Circus Of Heaven, tra i suoni stranianti e irriconoscibili dei sintatizzatori di Wakeman ed elementi senza senso come gli intermezzi parlati dei bambini, risultano tra i punti più bassi della discografia degli Yes del periodo. Cosa c'è da salvare? Qualcosina: Madrigal è un grazioso intermezzo in cui Wakeman torna fare "il Wakeman"; alcuni momenti strumentali di Rejoice e Release Release, dove Howe e Squire provano a sollevare la situazione, ma il cui lavoro viene purtroppo affossato da linee vocali inadeguate; Onward, una semplice ballad sul modello di Wonderous Stories (che però era su ben altri livelli...), dove la voce di Anderson torna a emozionare come ci ha abituati; e la conclusiva On The Silent Wings Of Freedom, forse il pezzo che a livello strumentale più ricorda gli Yes che furono, e in cui Wakeman offre la miglior prestazione del disco.
Sembra incredibile che nel giro di un anno si sia passati da un disco maestoso come "Going For The One" (per me il capolavoro sottovalutato degli Yes), a una minestrina sconclusionata come Tormato. In seguito, com'è noto, la band saluterà Anderson e Wakeman, sostituendoli con gli ex Bungles Trevor Horn e Geoff Downes, il cui stile risulterà molto più idoneo alla direzione synth rock che la band intraprenderà: il risultato sarà "Drama", non un capolavoro, ma un disco coerente e molto più ispirato.
Voto: 6


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"Di tutte le aberrazioni sessuali, forse la più aberrante è la castità." (R. De Gourmont)
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FabioProg
Inviato il: Martedì, 12-Nov-2019, 16:17
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Lucky Man
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La migliore Line-up degli Yes , che ho avuto la fortuna di vedere live a Tortona nel 2004 , questa volta partorisce un brutto disco. La mancanza di amalgama nei brani si sente, ed infatti dopo pochi mesi ci saranno le fuoriscite di Anderson e Wakeman. Non tutto è da buttare, forse con altri arrangiamenti il risultato sarebbe migliore. Brano migliore Onward (8). Voto disco 5,5
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h.j.simpson
Inviato il: Mercoledì, 13-Nov-2019, 15:35
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Purple Piper
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tormato è il disco che più ho amato in vita mia.
all'epoca avevo 16 anni e persi completamente la testa per mesi.
riascoltato oggi, l'album è, per le mie orecchie, invecchiato maluccio. i suoni mi sembrano troppo spigolosi, taglienti e gli arrangiamenti, moderni all'epoca, oggi risultano troppo artefatti. purtroppo eddie offord era sparito ed ognuno nel gruppo tendeva a fare di testa propria.
ma di idee in quel disco ce ne erano!
ma magari gli yes oggi fossero in grado di scrivere un pezzo ambizioso e irrazionale come on the silent wings of freedom.
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Vienna
Inviato il: Lunedì, 18-Nov-2019, 22:22
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Purple Piper
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La media su i 6 Arlecchini che hanno espresso il loro gradimento
sull'album degli YES é di 5,8

Vedi mai che si aggiunga qualcun'altro very_lol.gif
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Peppe
Inviato il: Giovedì, 21-Nov-2019, 16:03
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Chameleon
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Dopo un veloce riascolto non cambio l'idea che ho sempre avuto di questo disco, che segna un brusco calo qualitativo rispetto a quanto gli Yes avevano abituato. Future time /Rejoice, Madrigal, On the silent wings of freedom e, soprattutto, Onward risollevano le sorti dell'album allontanandolo dalla mediocrità. Carino il pop-rock di Don't kill the whale che anticipa certe soluzioni che il gruppo adotterà nel decennio successivo, ma gli Yes che ci piacciono sono un'altra cosa. Pochissimo da salvare nel resto. 6,5

Peppe
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Vienna
Inviato il: Venerdì, 22-Nov-2019, 09:44
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Purple Piper
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Attualizzo con l'arrivo del settimo (cavalleria) Arlecchino
Tormato raggiunge la sufficienza con una media di 6,04

Soddisfatto generale Custer?.....ehm...Vale? smiledent.gif
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vale
Inviato il: Venerdì, 22-Nov-2019, 15:12
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Little Red Robin Hood
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per nulla....non del voto...della partecipazione...:-(
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Bob the Nob
Inviato il: Venerdì, 22-Nov-2019, 18:21
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Chameleon
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Tormato fu un disco molto atteso all'epoca. La riconferma di Wakeman soprattutto. L'ascolto, dopo aver avuto nelle orecchie per un anno Going for the one, fu nell'immediato, disastroso. Con tempo qualcosa venne fuori, ma erano anni terribili. Pochi mesi prima una serie di schiaffi in faccia da ... and then there were three, con un terribile pugno nello stomaco di Follow you follow me. Contemporaneamente la delusione di Masques dei Brand X, primo senza Collins e sembrava una bestemmia. Va be' una serie di delusioni in un anno che forse fu tra i più bui e difficili per il prog dei dinosauri. Detto questo il mio voto di allora fu una grave insufficienza. Alla luce di tutti gli eventi successivi e della discografia completa posso arrivare ad un 6 tirato tirato.


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Il prog è come il calciobalilla: se "frulli" non vale. Il metal, per esempio, è tutto un "frullare".
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